
Angelo Sandron
Angelo Sandron è un Web Designer
e vive a Torino.
Angelo fa il web designer a Torino. Attraverso questa intervista condivide esperienze, riflessioni e aspirazioni, permettendoci di osservare le sfide e le gratificazioni della sua carriera indipendente nel mondo digitale. Attraverso i suoi progetti, tra cui il più importante di tutti, Pangramma, Angelo ci racconta del potenziale trasformativo della creatività condivisa. Scopriamo insieme le sue influenze, le sue passioni e i consigli preziosi che ha da offrire.
LUCIA: CIAO ANGELO, GRAZIE PER LA TUA DISPONIBILITÀ. COME STAI OGGI?
ANGELO: Ciao Lucia, figurati. Sto abbastanza bene, grazie.
L: QUAL È LA TUA PROFESSIONE E DOVE LA PRATICHI?
A: Sono Web Designer a Torino.
L: A CHE COSA STAI LAVORANDO IN QUESTO MOMENTO?
A: Mi sto occupando della progettazione di quattro siti web: uno per un brand di skincare, con il supporto di Francesca Infantino, e tre legati all’ambito tech e ricerca scientifica, insieme a Gabriele Glisoni. Tra questi ultimi c’è Next Fluid, un progetto del quale mi sto occupando sia dal lato art direction, sia dal lato tecnologico e di sviluppo. Lo trovo molto interessante anche perché sto iniziando a sperimentare con il formato .lotti, una tecnologia esistente da qualche anno ma che ho avuto modo di utilizzare solo ultimamente.
L: DI COSA SI TRATTA?
A: I .lotti sono file animati in vettoriale, un po’ come se fossero svg animati. Sono super leggeri e si realizzano con plug-in per After Effects o per Figma, e, essendo vettoriali, sono scalabili e si possono utilizzare anche a dimensioni molto grandi, per via del controllo avanzato che si ha sull’animazione.
L: COME APPROFONDIRESTI IL TUO RUOLO A LAVORO?
A: Ne ho molti, ma uno di quelli che ricopro più spesso è quello di capire quale tecnologia web utilizzare e come abbinarla al progetto specifico. Quindi, ogni volta devo creare una ricetta personalizzata. Spesso mi capita di affiancare enti e aziende per aiutarli a fare anche questo. La ricerca tecnologica è una parte fondamentale del mio lavoro, sia per i progetti complessi, sia per i progetti con budget limitato. In questo secondo caso il lavoro è meno personalizzabile, ma si possono comunque avere risvolti molto interessanti, anche perché diventa centrale cercare servizi e soluzioni ibride, come un appoggio a piattaforme solide. In generale, devo dire che preferisco i progetti più piccoli, mi danno modo di concentrarmi sui singoli dettagli, mentre quelli più grandi spesso implicano tempi più stretti. Il mio obiettivo per il futuro sarebbe quello di avere meno progetti, più piccoli, ma curati in ogni minimo aspetto.
L: PUOI SPIEGARE IN DETTAGLIO IL TUO APPROCCIO AL BRANDING E ALLA UX/UI QUANDO TI OCCUPI DI AFFIANCARE ENTI NEI PROGETTI FINANZIATI?
A: Certo. Quando affianco gli enti che si occupano della disseminazione dei progetti di ricerca, mi impegno a gestire autonomamente alcuni aspetti, come la creazione dei contenuti del sito. Comunque, lavoro quasi sempre in team con gli altri professionisti di Pangramma. Il primo passo consiste nell’analisi della “project proposal”, dalla quale si estraggono i concetti chiave per definire la comunicazione del progetto, l’immagine coordinata e, in parallelo, i contenuti del sito. Dopodiché, vengono preparate tre proposte di logo, che verranno presentate durante il kick-off meeting (il primo incontro): in questo modo, l’ente affiancato può arrivare al primo incontro del consorzio con proposte concrete, risparmiando tempo e giri di email. Dopo la scelta del logo, si sviluppa un sistema grafico completo e i wireframe del sito, che servono poi per creare i mockup, anche questi da sottoporre al feedback di tutti i partner del progetto. Dal mio punto di vista, ottenere dei feedback è più semplice se si ha un prodotto più “finito”, meno schematico: i mockup facilitano il dialogo e l’ascolto delle parti, e tutto questo ci permette di correggere il tiro con facilità. Alla fine, sviluppiamo il sito utilizzando CMS WordPress e realizzando anche i materiali coordinati richiesti, come template per newsletter, flyer, brochure, e altro ancora.
L: COS’È CHE AVRESTI VOLUTO SAPERE SULL’ESSERE FREELANCE QUANDO HAI INIZIATO?
A: Mi sarebbe piaciuto sapere prima che gestirsi il tempo da soli è una bella sfida che non va sottovalutata. E poi, che essere freelance è un costante work in progress: si impara, si cresce sempre e possono nascere grandi soddisfazioni.
L: COS’È CHE PREFERISCI DEL LAVORO AUTONOMO?
A: L’indipendenza e l’autonomia nella gestione dei progetti e dei clienti, la possibilità di crescita costante grazie alle sfide diverse che si presentano. Il freelancing apre un panorama infinito di strade, conoscenze e opportunità, sia di crescita che di collaborazione, e questo non smette mai di entusiasmarmi.
L: E INVECE QUAL È LA PARTE CHE TI PIACE DI PIÙ DEL TUO LAVORO?
A: Sicuramente la parte di User Interface è quella che preferisco. Spesso, per i progetti più piccoli, la parte UX ricopre un ruolo minore. L’UI, invece, può fare la differenza in progetti di tutte le dimensioni: si hanno a disposizione sempre pochi secondi per convincere gli utenti a rimanere sul sito, e per me è molto stimolante la parte di ricerca intorno al rendere l’esperienza interessante e accattivante per l’utente, al convincerlo a continuare a navigare.
L: QUAL È UN PROGETTO DEL QUALE VAI FIERO, CHE HA AVUTO UN IMPATTO FORTE SUL TUO LAVORO?
A: Pangramma è il progetto di cui vado più fiero in assoluto, nato dalla volontà mia e di Francesca di creare un nuovo sistema di lavoro, basato sulla libera collaborazione. Dieci anni fa, quando l’abbiamo fondata, era una realtà nuova nel panorama torinese: un sistema fluido, flessibile, che negli anni ci ha permesso di conoscere e collaborare con tantissimi freelance e di dare vita a progetti che si sarebbero potuti realizzare soltanto in team. È una comunità di creativi che aspirano ad una migliore qualità di vita, non solo lavorativa. Pangramma è una fonte di ispirazione per tantissimi giovani che si avvicinano al mondo del lavoro. È un cartellone bold, colorato, che dice: “C’è un’altra via possibile, percorriamola insieme”.
L: SE PENSI ALL’EVOLUZIONE DELLA TUA CARRIERA, IN COSA VORRESTI CIMENTARTI IN FUTURO?
A: Nei prossimi progetti mi piacerebbe integrare elementi 3D, anche grazie a Spline design, uno strumento piuttosto semplice da usare. Il panorama del Web Design è molto vasto, ogni progetto web considera tanti fattori: il budget, i target, la brand identity. I progetti che si focalizzano di più sulla UI, sugli elementi 3D, sulle animazioni (più o meno complesse), e che hanno una grafica articolata sono sicuramente quelli che mi incuriosiscono di più. Sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello creativo, ma soprattutto per le esperienze giocose che forniscono all’utente.
L: IN CHE MODO TI PIACEREBBE PARTECIPARE A UN’INNOVAZIONE DEL WEB?
A: Mi piace molto l’idea di poter innovare veicolando messaggi positivi e informazione su temi che mi stanno a cuore, come la sostenibilità ambientale.
PANGRAMMA È un cartellone bold, colorato, che dice: “C’è un’altra via possibile, percorriamola insieme”.
L: PARLIAMO DI INFLUENZE. QUALI RITIENI LE PIÙ RILEVANTI?
A: Awwwards e Behance sono i miei punti di partenza per ogni progetto. Una buona ricerca sul settore di riferimento e sui trend di design mi permette di avere un punto di vista fresco e aperto. Il mio feed Instagram è un mix di graphic design, arte contemporanea e product design, e assorbo input da ognuno di questi mondi.
L: QUALI SONO I PROGETTI AI QUALI TI PIACE DI PIÙ LAVORARE, CHE TI FANNO ENTRARE NEL FLOW?
A: Mi piace sperimentare nuove tecnologie, con i vantaggi e i rischi che comporta. Più che flow, però, lo chiamerei “rabbit hole”: le nuove sfide sono sempre interessanti, ma impattano molto sulla gestione del tempo.
L: C’È UNO STRUMENTO CHE TI DÀ UNA MANO NELL’ORGANIZZAZIONE E CHE TI PIACEREBBE CONSIGLIARE AD ALTRE PERSONE?
A: Notion per ora è il mio riferimento: mi permette di organizzare visivamente i progetti e le varie task in tanti modi diversi, e quindi di potermi focalizzare sui diversi aspetti dei progetti, come la definizione delle tempistiche o l’avanzamento delle singole task.
L: COME VIVI LE COLLABORAZIONI E LA CONDIVISIONE DEL PROCESSO CREATIVO?
A: Ogni progetto è condiviso da Pangramma. Anche nel web design, nel 90% dei casi, mi affianco al team che si occupa della brand identity e della strategia di comunicazione, e, se il progetto lo prevede, ci si affianca anche a fotografi, videomaker o illustratori. Il progetto corale è l’unico modo per poter realizzare degli strumenti che possano davvero fare la differenza per il cliente. Se la comunicazione dentro il gruppo di lavoro non è chiara e costante si possono presentare delle difficoltà, ma se si cura questo aspetto, affiancandolo ad una solida direzione artistica, il potenziale dei progetti in collaborazione è infinito.
L: CON QUALI AZIONI RIESCI A STABILIRE LE CONNESSIONI PROFESSIONALI PIÙ SIGNIFICATIVE?
A: Per me, l’occasione per creare i legami più forti risiede nel far parte di una stessa squadra di lavoro. Ci possono essere progetti in cui si va avanti in ambiti diversi, non per forza si lavora insieme. Anzi, se lo scopo è quello di creare valore insieme, il legame che si crea è ancora più sincero e disinteressato. Negli anni ho partecipato all’organizzazione di eventi, o alla realizzazione di contenuti dedicati ad altri freelance. In questi casi, l’occasione di connessione è doppia: da un lato con chi collabora alla realizzazione del progetto, dall’altra con i fruitori, gli altri freelance, con cui potersi conoscere e confrontare sui vari aspetti della professione.
L: SE IL TUO PORTFOLIO FOSSE UNA STORIA, QUALI SAREBBERO I PERSONAGGI, I LUOGHI O GLI OGGETTI RICORRENTI?
A: Sicuramente, se il mio portfolio fosse una storia, sarebbe una storia di fantascienza. Mi affascina l’esplorazione di nuovi mondi e la scoperta di nuove tecnologie, a volte aliene e incomprensibili, a volte fondamentali per salvare il pianeta (poca responsabilità, eh?)
L: QUALI SONO LE TUE PASSIONI AL DI FUORI DEL TUO LAVORO?
A: Direi la tecnologia, il bricolage, trovare arredi vintage per la strada, scorrazzare con la mia bici elettrica.
L: HAI QUALCHE CONSIGLIO CHE VORRESTI CONDIVIDERE CON NOI RIGUARDO A DESIGNER DA SEGUIRE, PODCAST, ECC.?
A: Spulciando il mio Instagram ho trovato un mix di account interessanti: thegraphicaddict,
yoshisodeoka, tecfase,
kensukekoike,
studio_lennartsendebruijn,
stovfurniture, pablo.rochat.
L: GRAZIE ANCORA. UN’ULTIMA DOMANDA, DI CHI TI PIACEREBBE LEGGERE NEL PROSSIMO ARTICOLO?
F: Grazie a te. Vorrei leggere un’intervista su Gabriele Glisoni.
se il mio portfolio fosse una storia, sarebbe una storia di fantascienza. Mi affascina l’esplorazione di nuovi mondi e la scoperta di nuove tecnologie, a volte aliene e incomprensibili, a volte fondamentali per salvare il pianeta
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